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Misure

La promozione della biodiversità in ambiente agricolo si sviluppa su più fronti. È per esempio importante adottare pratiche agricole più rispettose dei cicli biologici di piante, insetti e piccoli vertebrati ma anche l’infrastruttura ecologica e la disponibilità di nascondigli vanno implementati ad esempio attraverso la piantumazione di siepi o alberi singoli. 

Sfalcio a mosaico

Lo sfalcio dei prati è una pratica particolarmente impattante sulla biodiversità. Tradizionalmente i prati vengono sfalciati interamente e piuttosto precocemente nella stagione. Nel giro di pochi giorni tutti i prati presenti in un comparto vengono quindi tagliati e improvvisamente l’habitat disponibile per insetti e piccola fauna viene completamente azzerato.

Per mitigare questo fenomeno alle aziende che aderiscono al progetto di interconnessione del Piano di Magadino viene proposto di effettuare sui propri prati uno sfalcio a mosaico.

Nello sfalcio a mosaico la superficie viene falciata in due momenti diversi, la prima metà può essere tagliata già a partire dal 20 di maggio mentre la seconda metà a partire dal 15 di giugno. Gli sfalci successivi avverranno sempre in modo alternato e ad almeno 3 settimane di distanza l’uno dall’altro. Grazie a questa tecnica durante tutto il corso della stagione vegetativa è sempre garantita una zona con vegetazione più alta che presenta caratteristiche idonee alla sopravvivenza e riproduzione di molte specie di insetti, ma che viene utilizzata pure dalla piccola fauna sia per trovarvi rifugio sia per cercarvi cibo. Inoltre nella metà falciata più tardi viene data la possibilità alla flora di completare il suo ciclo vitale, i fiori possono così maturare e disperdere i loro semi in loco favorendo la diversità e ricchezza floristica. 

Sfalcio con barra falciante

Con l’obiettivo di favorire in particolare gli insetti e altri piccoli animaletti, sul Piano di Magadino si promuove l’utilizzo della barra falciante per lo sfalcio dei prati.

Si tratta di un macchinario agricolo che, anziché triturare il materiale come la tradizionale rotativa, sfalcia la vegetazione con un taglio netto. In questo modo viene ridotta notevolmente la mortalità della piccola fauna durante lo sfalcio, inoltre siccome la barra mantiene una distanza di 10-15 cm dal suolo viene sempre garantito un minimo di copertura vegetale che funge da rifugio.

Dopo il taglio il materiale viene lasciato in loco fino a completa essicazione e raccolto solamente qualche giorno più tardi. Così facendo si consente alle piante di rilasciare i semi in situ favorendo la diversità vegetale nei prati, mentre la piccola fauna può trovare rifugio tra il materiale falciato e lasciare solo in seguito il prato tagliato.

Piantumazione di siepi e alberi

Tra gli elementi con maggiore valore ecologico in ambiente agricolo si ritrovano le siepi naturali costituite da diverse specie di arbusti indigeni come ad esempio Rosa canina, Biancospino, Prugnolo e Sambuco. Oltre alla diversità di specie vegetali che costituiscono la siepe, è importante che lungo la siepe venga lasciata una fascia di erba alta.

La funzionalità di queste strutture è molteplice, infatti possono essere utilizzate da moltissime specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili legate agli ambienti agricoli tradizionali come rifugio, ambiente di caccia o corridoio di collegamento tra i diversi habitat.

La piantumazione di siepi ecologicamente pregiate e una loro corretta manutenzione favorisce quindi sia l’interconnessione tra i diversi comparti naturali, sia la disponibilità di habitat e risorse di cibo.

Per aumentare ulteriormente la loro funzionalità possono essere predisposti all’interno della siepe dei cumuli di pietre, di rami o di strame in modo da incrementare la disponibilità di rifugi.

Anche la messa a dimora di alberi singoli o gruppetti di cespugli ha effetti benefici sulla biodiversità. Come le siepi, sono elementi che permettono di diversificare il paesaggio e aumentare la disponibilità di risorse e rifugi.

Siepi e alberi non servono però solo alla biodiversità ma anche all’agricoltura stessa. Infatti se le siepi raggiungono un’altezza sufficiente possono, come i filari di alberi, proteggere le colture dal vento. Inoltre queste strutture possono fungere da rifugio a predatori o antagonisti di specie nocive per l’agricoltura.

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